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Il latte, un abbraccio mattutino.

Il latte

In Italia, la prima colazione è spesso screditata o saltata e un ridotto o assente consumo di latte o yogurt, costituisce il primo e più diffuso errore alimentare.

La prima colazione è davvero fondamentale.

Al risveglio è necessaria una buona carica di nutrienti per affrontare l’intera giornata.

Per questo motivo deve rappresentare circa il 20% dell’apporto calorico giornaliero.

Fare colazione aiuta a bilanciare la fame che si ha durante il giorno, regola la produzione della massa muscolare e aiuta a perdere peso più facilmente.

Inoltre la colazione è un bellissimo momento da passare in famiglia.

Svegliarsi tutti insieme e mangiare qualcosa prima di dividersi per le proprie faccende è un momento davvero magico della giornata, per alcuni il più bello.

Con il miracolo economico dei primi anni Sessanta, le abitudini alimentari degli italiani tendono a omologarsi ai Paesi più ricchi.

Per esempio il caffè. Fino agli anni Cinquanta era considerato un alimento prezioso perché costoso, un bene di lusso da offrire agli ospiti.

L’orzo era il solo “compagno” del latte nella colazione del mattino.

Con il boom economico il caffè diventa la bevanda più frequente nella giornata degli italiani, “sociale” per eccellenza.

Anche oggi nella prima colazione italiana il caffè resta l’elemento principe, in molte preparazioni diverse.

Il cappuccino ne è la variante “friendly”.

Quindi, convincere gli italiani a non bere il solito caffè può essere una impresa complessa ma non impossibile.

È comunque urgente porre mano a questa problematica nutrizionale, anche perché si vanno diffondendo nuove “mode”, assolutamente non salutari, circa nuove bevande, erroneamente chiamati “latti” e che, se da un lato riducono l’apporto del latte “vero”, dall’altro trascinano la salute sociale verso territori non esplorati e di dubbio giovamento.

In Italia negli ultimi 5 anni il consumo pro-capite di latte è sceso del 24,5% (40 kg/anno).

La crisi economica ha comportato un maggior acquisto di latte a lunga conservazione, molto più economico di quello fresco, e di formaggi freschi, meno costosi di quelli stagionati.

Comunque latte e uova sono fonti di proteine nobili a buon mercato.

Composizione del Latte

Il latte (da intendersi come latte vaccino) è composto da acqua per l’87% circa e contiene, in media, il 3,9% di grassi, il 3,4% di proteine e il 4,8% di lattosio.

Nel latte destinato al consumo alimentare diretto, il contenuto di grasso è standardizzato al livello previsto per le tre tipologie commerciali: latte intero (>3,5%), parzialmente scremato (1,5-1,8%), scremato (<0,5%).

I grassi, costituiti per il 98% da trigliceridi, sono rappresentati da acidi grassi saturi per il 65%, (acido palmitico, acido miristico e acido stearico) e da acido oleico per una percentuale compresa fra il 26 e il 28%.

La componente glucidica del latte è rappresentata quasi esclusivamente da lattosio, un disaccaride composto da glucosio e galattosio, la cui digestione da parte dell’uomo è vincolata alla presenza della lattasi, l’enzima in grado di idrolizzare il legame tra i due zuccheri rendendoli disponibili per l’assorbimento e il metabolismo. La frazione proteica del latte è costituita per l’80% da caseine o aggregati di proteine o micelle e per il restante 20% da sieroproteine o proteine solubili.

Le proteine del latte vaccino sono, nel complesso, di alto valore biologico, sia perché soddisfano completamente il fabbisogno aminoacidico dell’organismo umano, sia per l’elevata digeribilità e biodisponibilità che le contraddistinguono.

Tra i minerali presenti, oltre al calcio (119 mg/100 ml), vanno segnalati il fosforo, del quale il latte rappresenta una buona fonte, il potassio, il magnesio, lo zinco e il selenio.

Il latte apporta anche vitamine idrosolubili del gruppo B (vitamina B2 e B12) e vitamine liposolubili in concentrazioni direttamente proporzionali al tenore lipidico.

… to be continued.
Tratto dal testo distribuito da Fattorie Latte Sano. Roma

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